110187 SE Literaturwissenschaftliches Seminar (BA/MA) - Italienisch (2024S)

La “Divina Commedia” è il frutto di un’esperienza straziante: bandito dalla sua città natale, Firenze, nel 1302, Dante dedica il resto della sua vita a creare l’opera capace di redimerlo dalla pubblica infamia dell’esilio. Il risultato di questo impegno è un poema nel quale la storia universale dell’umanità si intreccia intimamente con la vicenda personale di un singolo individuo, che affronta successivamente l’eterno dolore dell’Inferno, il faticoso lavoro penitenziale del Purgatorio e l’abbagliante bellezza del Paradiso.

In questo seminario, accompagneremo Dante nel suo viaggio nell’oltretomba. Oltre alla visione medievale dell’aldilà, scopriremo una fucina di inaudite innovazioni poetiche e linguistiche. Come poche altre opere, la “Commedia” si propone di dipingere il mondo nella sua totalità, inglobando in un’unica narrazione non solo i tre regni ultraterreni, ma anche il mondo terrestre, che è costantemente presente nella memoria del protagonista e delle anime con cui esso colloquia. Duranti i brevi incontri che scandiscono il suo cammino, i defunti manifestano la loro personalità con un’intensità straordinaria, come se cercassero di condensare l’esperienza di un’intera vita in poche parole. L’ampio mondo della “Commedia” e la marcata individualità dei suoi personaggi si esprimono attraverso una lingua ancora sperimentale, il “volgare illustre”, che attinge al lessico dei dialetti parlati tanto quanto al registro del discorso filosofico. La “Commedia”, nel tentativo di narrare le storie umane nella loro massima diversità, si configura anche come un inventario di tutte le lingue possibili.

Dopo un’introduzione all’opera di Dante e alla letteratura italiana tra Due e Trecento, il seminario si focalizzerà sull’analisi di una serie di canti della “Commedia”, concentrandosi soprattutto sull’Inferno. Parallelamente allo studio delle tecniche narrative e stilistiche del testo, esploreremo la ricca storia della ricezione della “Commedia” fino ai giorni nostri, sia nel campo della produzione artistica che in quello dell’appropriazione politica.